Prendiamo corpo | Ripensare l’azione, la politica, l’etica / 06-11-2021

SABATO 06 NOVEMBRE 2021

ORE 10,00

Discussione collettiva che ha lo scopo di aggiornare le riflessioni sul tema, nella complessità crescente dei tempi presenti.
Parteciperanno alla discussione, Simona Bonsignori, Christian Marazzi, Cristina Morini, Tiziana Villani.
Al dibattito farà seguito un momento conviviale, con un pranzo sociale

A distanza di un anno dal seminario sui corpi che la rete Effimera.org tenne sabato 10 ottobre 2020 presso la Casa delle Donne di Milano, con l’occasione dell’uscita del libro con gli atti del convegno (Manifestolibri), vi invitiamo a una discussione collettiva che ha lo scopo di aggiornare le riflessioni sul tema, nella complessità crescente dei tempi presenti. L’incontro si terrà sabato 6 novembre alle ore 10.00 nello spazio di Cox18, in via Conchetta 18, a Milano. Al dibattito farà seguito un momento conviviale, con un pranzo sociale. Parteciperanno Simona Bonsignori, Christian Marazzi, Cristina Morini, Tiziana Villani
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Sono passati quasi due anni da quando tutto è cominciato. Agli inizi di ottobre 2020, la rete Effimera si è interrogata, con un convegno che si inseriva all’interno di tre incontri dedicati al tema del valore, sul rapporto tra meccanismi di sfruttamento e controllo e i corpi.
La sindemia Covid 19 ha infatti messo in luce in modo trasparente lo stretto rapporto esistente tra nuovi meccanismi di produzione e di accumulazione, con una straordinaria accelerazione nella virtualizzazione della medesima, e le forme estrattive, sempre più sofisticate, che hanno al centro la materia vivente e la riproduzione sociale. Dunque i corpi come materia prima, biologica ed emozionale, e le piattaforme del capitale come processi di organizzazione delle forme di vita che si dispongono come servizi ai bisogni dell’esistenza materiale e immateriale. In tutto questo è evidente il processo di ristrutturazione e di rimercificazione dei servizi pubblici (sanità, scuola).
In questi mondi si cambia di segno e si distorce, a fini di profitto, il modello della cura, traducendolo in management della cura e connettendolo ai concetti di capitale umano e di fungibilità del tempo-denaro umano (time-budget delle attività umane), perfetta incarnazione di quella teoria del valore-vita sulla quale vale la pena di continuare a riflettere
A un anno di distanza da quel momento di riflessione, da cui è uscito un mosaico molto suggestivo, vogliamo riprendere alcuni fili del ragionamento, fare il punto, aggiornarlo e possibilmente proseguire nel ragionamento.
Un grande trauma si è consumato in una rarefazione del ruolo della politica e della azione, lasciando dietro di sé una mancanza di elaborazione sufficientemente forte, quasi una “nebulosa indifferente”. Ci scuote il ruolo giocato dalla comunicazione attraverso una pratica manipolatoria che ci spinge a domandarci, ancora una volta, con grande preoccupazione, quale il ruolo del rapporto tra masse e potere, tra democrazia e sapere, tra partecipazione e omologazione.
Tuttavia, la posta in gioco sembra essere ben altra e riguarda il modo in cui il vivente nel tempo dell’anomia di massa, della messa in produzione-consumo di ogni corpo, di ogni vita non riesce a rompere il cortocircuito del nuovo “sguardo clinico”, uno sguardo che reifica le forme di vita, le destituisce di singolarità e affetti, le mortifica nelle loro tensioni alla variazione. La tristezza del nostro tempo non corrisponde alla noia, né all’otium (del resto difficilmente praticabile) quanto all’inesprimibile avversione verso modalità di assoggettamento brutali nella loro tirannia che è volta al mantenimento di sistemi di controllo chiamati a determinare il prevale delle nuove gerarchie.
Le istituzioni tradizionali non hanno dunque cessato la loro funzione, ma agiscono come strutture di sostegno per narrazioni la cui ragion d’essere non può essere colta se non nella sopraffazione e nella violenza.
I corpi messi al lavoro sono i corpi di tutti, umani e non. Il benessere come valore comune di una comunità non resta che semplice slogan se non se ne coglie il nesso con lo sfruttamento e la messa a produzione di ogni istante di vita. Ciò che è più grave rispetto a queste prime linee di analisi, è il fatto che una simile situazione lungi da generare solidarietà intensifica le atomizzazioni, le autoreferenzialità, i piccoli ripiegamenti nella solitudine di un quotidiano frantumato.
Mentre il lavoro apparentemente scompare e la scena sociale sembra svuotata, non scompaiono i corpi, elemento che ci spinge a non rinunciare alla passione e a cercare di guardare più lontano, oltre la connotazione raccapricciante della “sopravvivenza”.
Per arrivare a questo, tuttavia, è necessario partire da alcune parole di verità sul reale. Usiamo questi concetti con tutta la cautela necessaria nel contesto attuale che proveremo a descrive e a raccontarci. Per proseguire nel cammino, pensiamo, è necessario non distogliere lo sguardo anche dal negativo che impregna questi tempi, senza tuttavia cedere allo smarrimento esistenziale.
Vi invitiamo tutte e tutti a un confronto su questi temi sabato 6 novembre 2021 alle ore 10.00 presso lo spazio Cox18, via Conchetta 18, a Milano.
Parteciperanno alla discussione, Simona Bonsignori, Christian Marazzi, Cristina Morini, Tiziana Villani.

Al dibattito farà seguito un momento conviviale, con un pranzo sociale

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