SABATO 28 OTTOBRE 2023
ORE 15,00
30 anni di MILLEPIANI – Per una critica del presente – Dalla crisi alla critica del quotidiano
PER UNA CRITICA DEL PRESENTE DALLA CRISI ALLA CRITICA DEL QUOTIDIANO
intervengono: Tiziana Villani, Ubaldo Fadini, Massimo Cappitti, PierGiorgio Caserini, Rosella Corda, Igor Pelgreffi
Seguirà cena e serata conviviale
“Millepiani” nasce all’inizio degli anni Novanta come un’impresa collettiva a più voci intesa a riproporre/rilanciare alcuni elementi della tradizione del pensiero critico-radicale novecentesco che apparivano ancora stimolanti e produttivi in relazione alle trasformazioni complessive del periodo, della fase specifica di sviluppo della nostra società.
Accanto a tale attenzione, condensata in molte pagine dedicate a Deleuze, Guattari, Virilio, Gorz, fra gli altri, e pure all’articolazione della cosiddetta “ecologia politica”, “Millepiani” ha anche sviluppato, “nel corso del tempo”, interessi ben radicati su alcuni aspetti della ricerca di taglio “francofortese” e “postfrancofortese”, soprattutto quelli basati sulla elaborazione del nesso di “crisi e critica”, sulle variazioni di senso proprie di un rapporto tra cultura e società che si andava rapidamente modificando in profondità e con esiti quanto mai significativi.
Tutto ciò ha avuto molteplici ricadute su piani anche di rilevanza non soltanto filosofica, filosofico-critica e filosofico-politica: basti pensare allo sguardo gettato sulla ricerca antropologica e sociologica, quella maggiormente attenta alla metamorfosi in atto del soggetto, sostenuta da un farsi sempre più serrato, ad esempio, del rapporto tra “corpo” (e mente) e tecnica, da mutamenti essenziali dei modi di esistere, particolarmente in ambito urbano e più in generale all’interno degli scenari mutevoli della vita quotidiana.
C’è stato pure un interesse non scontato per alcune espressioni di radicalità politico-teorica in ambiti rilevanti del marxismo italiano, ma ciò che sembra più significativo nell’indagine sviluppata da “Millepiani” in questi ultimi anni è proprio il fatto di rivolgersi in direzione – dentro la critica del vivere quotidiano – della rilevazione del carattere sempre più importante delle dinamiche della violenza, di qualsiasi genere e riformulate politicamente, negli ambiti dell’affettività, del relazionarsi/rapportarsi dei soggetti tra loro, della messa a valore dei loro talenti e delle loro capacità (delle loro “virtù”, si potrebbe pure dire).
In questo senso, il marcato dispiegarsi a più voci sul livello della discussione filosofica e non conferma, arricchendola però di contenuti, l’anima profonda di “Millepiani”, cioè la sperimentazione e, quindi, la ricerca di nuove armi concettuali nella lettura critica della contemporaneità.
e nient’altro. Non è immanenza alla vita,
ma l’immanente che non è in niente è una vita.
Una vita è l’immanenza dell’immanenza,
l’immanenza assoluta: è completa potenza,
e completa beatitudine. ”
Immanenza, una vita (1995)