SlamX Cara rivoluzione, ti invito a resistere / 12 e 13-12-2025

Slam X – Premio Dubito

Cara

rivoluzione,

ti invito

a resistere

Cox 18 – venerdì 12 e sabato 13 dicembre 2025

corri Mille miglia/ tra stazioni e viscere,

fino al boom dei polmoni/ per conoscere il tuo limite,

MON FRÈRE [CARA RIVOLUZIONE]/ TI INVITO A RESISTERE

Alberto Dubito

Cosa stiamo facendo per contrastare il cancro che si è impossessato del nostro pianeta?

Ristretti nella polarizzazione tra un vecchio piccolo mondo neoliberista che nessuno riesce più a difendere e il sovranismo imperiale che sbrana corpi, è quasi impossibile anche solo pensare a un’alternativa decente.

C’è un prima e c’è un dopo l’inferno di Gaza, il presente si è inghiottito il futuro e il passato sembra aver perso il suo ruolo, le vecchie mappe che ci hanno guidato negli ultimi decenni non raffigurano più il paesaggio in cui ci muoviamo, non sappiamo neppure dove potrebbe condurci questo rapido flusso sul quale stiamo navigando, mentre assistiamo inermi a un’aggressione tecnologica senza precedenti per dimensione, estensione e velocità di diffusione.

In ogni epoca una trasformazione così profonda ha scatenato tensioni e terremoti sociali.

Davanti alle foto dei summit con famelici maschi alfa che dominano sulla povera gente, sbeffeggiando il diritto internazionale, ci si rende conto in quale buco nero ci siamo infilati.

E quando si paga la sopravvivenza in gelida transazione wireless, con la consapevolezza del naufragio dei valori della solidarietà, ci sono solo due vie d’uscita: o si scende in piazza per trovare insieme una soluzione o ci si abitua piano piano all’inferno.

La strage di migliaia di persone, bambini e anziani in Palestina ha suscitato un moto d’indignazione che è esploso ovunque nel mondo e in tutta Italia, anche grazie alla determinazione della Global Sumud Flotilla. È lo scoglio storico su cui ci siamo aggrappati e il primo segnale della comparsa di un movimento di massa che ci auguriamo possa continuare su altre battaglie per denunciare la spaventosa voragine che si è creata tra capitale e lavoro, con la robotizzazione e l’intelligenza artificiale che spingono la crescita economica ma generano ovunque riduzioni salariali e licenziamenti selvaggi.

Chi invece non ha capito la forza e l’energia di liberazione dei cortei, sviluppa in sé una sensazione di esclusione e una rabbia incontenibile. Immersi in una folla di individui egocentrici, dove ognuno cerca la propria ombelicale gratificazione in una promessa per un like in più, l’unica possibilità che rimane consiste nell’accettare l’inferno e diventarne parte, emulando nei gesti e nelle scelte quotidiane chi impone la legge del più forte. Un vittimismo aggressivo che si scaglia contro chi sta peggio ma soprattutto contro chi tenta di ragionare sui possibili punti in comune.

È una rivoluzione sul fronte sociale, economico ed esistenziale che provoca convulsioni emotive, stati febbrili e urti spasmodici anche all’interno della nostra stessa psiche.

Ecco perché la causa palestinese è lo scoglio storico del nostro tempo, si resiste drammaticamente laggiù come si resiste con forza dentro di noi per salvaguardare il pensiero critico nella sua declinazione egualitaria.

Cara rivoluzione ti invito a resistere.

In risposta alla recrudescenza delle barbarie si può pensare a un ribaltamento della produzione e della fruizione culturale? Si può pensare a un programma di umanizzazione della società e un ritorno alla dignità del lavoro?

Innanzitutto c’è bisogno che la voce diventi collettiva, dobbiamo cercare un “noi” in ogni momento della giornata, scrivere e parlare al plurale, progettare e agire insieme. È giunto il momento di scartare l’“io”, il narciso che si aggira come un demone tra le nostre sinapsi. Trovare un noi sui posti dove lavoriamo, un noi nei più allargarti cerchi delle nostre amicizie, prenderci cura delle persone che ci sono state accanto per anni e sono ora perse in un delirio di solitudine. Un noi che troviamo oggi nei cortei, uniti dal disgusto suscitato dal genocidio, uniti nel restare umani. Un noi degli incontri inaspettati, delle nuove idee e collaborazioni, un noi che si esprime camminando fianco fianco, con il dialogo che si arricchisce passo dopo passo. Bisogna cercare un noi anche nelle circostanze più sfavorevoli, non perdere mai la calma e ascoltare attentamente prima di parlare.

Saper riconoscere cosa e chi in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio

Italo Calvino

La nuova edizione di Slam X e Premio Dubito è come al solito situata sulla frontiera tra poesia e musica, due arti che agiscono bifronte sull’interiorità e sulla convivialità, come terapie della respirazione collettiva. Co-spirare insieme è un tentativo di sintonizzarsi con la vibrazione del tempo per trovare un ritmo adatto a rivendicare il diritto alla felicità, anche quando la tendenza culturale predominante influisce sui pensieri e sui comportamenti delle persone in maniera negativa, quando le masse disperate e separate sono invase da ondate di infelicità e di violenza, e la scena sociale sembra oscurarsi declinando verso il buio della demenza.

Perché quando si legge o si ascolta una poesia, quando si ascolta o si balla una canzone, siamo sospinti in un luogo magico dove non ci sono più differenze o barriere da superare, un momento rituale di comunanza capace di emanare una realtà diversa nello spazio dell’interazione e della comunicazione.

Lassù possiamo intuire quanto sia bello e importante riconoscersi in un noi..

Siamo un noi, un noi rivoluzionato

Cara rivoluzione, ti invito a resistere.

Buon Slam X a tuttx