Barelle: I dispositivi mortificanti dell’ospedalizzazione
(a cura di Nicola Valentino)
21.00 – Nicola De Lussu e Nicoletta Poidimani ne discutono con l’Autore
Questo libro nasce da una ricerca socianalitica svolta a Molfetta e condotta con persone che operano sia nella locale struttura ospedaliera sia in servizi territoriali. A questo primo gruppo di lavoro si sono aggiunti successivamente tecnici di laboratorio e infermieri del Cardarelli di Napoli, alcuni dei quali hanno animato nei decenni scorsi il "Centro per i diritti del malato" e il "Comitato ecologico" dell’ospedale. Le storie raccolte in questi due cantieri sono state intrecciate con altre già custodite da Sensibili alle foglie.
La ricerca illustra alcune condizioni che rendono patogena la struttura ospedaliera, il meccanismo economico che favorisce un sistema sanitario centrato sull’ospedalizzazione e, soprattutto, i principali dispositivi di spersonalizzazione e invalidazione della persona ricoverata, disposta ad accettare, in ospedale, mortificazioni personali e privazioni dei diritti che non accetterebbe in altri contesti. Il titolo, "Barelle", richiama la consuetudine in uso all’Ospedale Cardarelli di ricoverare gli ammalati ben oltre i posti letto disponibili, tenendoli in barella nei corridoi dei reparti. È stato scelto perché la pratica cui rimanda esemplifica in modo emblematico il ruolo totalitario che l’ospedalizzazione svolge in un sistema sanitario privo di alternative.
CANTIERI DI RICERCA SOCIOANALITICI
La cooperativa Sensibili alle foglie svolge attività di ricerca coordinando cantieri di socioanalisi all’interno di specifiche istituzioni. Al cantiere aderiscono quelle persone profondamente insoddisfatte della loro condizione, e quindi motivate a raccontarla e a modificarla. Questo dispositivo di ricerca viene definito "cantiere" perché la sua funzione principale è quella di produrre una nuova narrazione dei dispositivi relazionali agenti nel contesto istituzionale. Una narrazione diversa dal mito attraverso il quale l’istituzione mira a legittimarsi socialmente. L’unica regola alla quale sono vincolati i partecipanti al cantiere è quella di raccontare quanto quotidianamente accade all’interno dell’istituzione. Il gruppo socioanalitico comincia a vivere effettivamente nel momento in cui ogni partecipante si riconosce anche nelle parole e nelle storie dell’altro, e quindi in una comune meta-narrazione. Attraverso questo gioco di rispecchiamenti, un dispositivo che appare naturale e ovvio nella routine quotidiana di quella istituzione, d’improvviso, acquista una luce di significato diversa. Rivela una contraddizione sociale.)
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