GIOVEDÌ 28 GIUGNO
Incontro pubblico sul processo ai No-Tav
ore 21
Il 6 luglio, con il ricorso alla procedura d’urgenza, si terrà a Torino l’udienza preliminare per i compagni
NOTAV detenuti e indagati.
Il 26 luglio sarebbero scaduti i termini della custodia cautelare e i compagni ancora in carcere avrebbero ottenuto la libertà. Il ricorso alla procedura d’urgenza vanifica questa possibilità e chiarisce ancora una volta le motivazioni politiche degli inquirenti.
Ultimamente solo nel caso del processo Minotauro per infiltrazioni mafiose si è adottata la procedura d’urgenza. Ogni commento è superfluo.
Con 46 rinvii a giudizio su 46 imputati la linea della Procura di Torino è chiara e la procedura d’urgenza serve a mantenere in piedi il procedimento che in un iter normale si sarebbe sicuramente ridimensionato.
Per continuare a discutere della difesa dei compagni, per la solidarietà con la lotta che continua, per partecipare alle iniziative che si terrano nelle città e in valle invitiamo tutte e tutti all’incontro che si terrà giovedì 28 giugno alle ore 21.
Riportiamo qui sotto un contributo di alcuni imputati di Milano.
LETTERA AGLI IMPUTATI NO TAV
Cari compagni e compagne,
Siamo alcuni imputati di Milano del processo No Tav. Abbiamo deciso di inviarvi questa lettera per condividere delle riflessioni avute durante alcuni incontri a Milano con altri compagni.
Vorremmo che questa discussione, appena avviata, venisse condivisa il più possibile e che chiunque possa contribuire, nonostante la lontananza fisica.
La vastità territoriale e numerica delle persone colpite non devono essere un ostacolo al tentativo di arrivare uniti al processo. Questa volontà di unità non significa sottostare a una linea comune da seguire ma elaborare costantemente riflessioni sulle scelte processuali, sui meccanismi repressivi e sulle possibilità di difesa.
L’intento è di trovare un equilibrio tra il piano tecnico di difesa e il piano politico in modo non esclusivamente difensivo, ma teso al rilancio della lotta. In questi cinque mesi, la difficoltà portata dalle diverse custodie cautelari ha ostacolato un reale confronto.
La repressione produce isolamento e paura, che talvolta portano ad automatismi: ad esempio il meccanismo di delega di alcune scelte agli avvocati o l’incapacità di vedere questo processo come politico, con possibili risvolti positivi.
Leggiamo l’operazione giudiziaria non come un attacco a dei singoli atti delittuosi, ma come un attacco a tutto il movimento No Tav. Esso ha sempre saputo compattarsi e unirsi pur nelle sue profonde differenze interne. Allo stesso modo auspichiamo un’assunzione maggiore del processo da parte di tutti.
Abbiamo valutato che il dibattimento possa essere un’occasione per portare la lotta contro il Tav al dì fuori del suo contesto territoriale. Pur consapevoli dell’ostilità del terreno giudiziario, siamo sicuri che i No Tav sapranno muoversi con destrezza anche in questo ambito.
Crediamo infatti che il processo sia parte integrante della lotta No Tav e non qualcosa di periferico. Visto che inizierà in concomitanza con il campeggio estivo in valle, invitiamo tutti, imputati e non, a pensare come questi due momenti possano collegarsi. Anche se fisicamente gli incontri saranno difficili a causa delle misure cautelari, vorremmo che questa lettera fosse l’inizio di una corrispondenza che porti ricchezza ai momenti di lotta estivi.