DA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 A SABATO 31 OTTOBRE 2015
PROGRAMMA:
Domenica 25, dalle ore 14.30 alle 23.30
EXPLOIT. THE COX 18 ART EXPERIENCE
–> ore 14,30: inaugurazione mostra “EXPLOIT ON THE ROAD”
–> a seguire: dibattito e presentazione del libro:
Exploit. Come rovesciare il mondo ad arte. D-istruzioni per l’uso
[Bordeaux, Roma, 2015]
Intervengono i curatori Giorgio de Finis, Fabio Benincasa e Andrea Facchi, insieme con alcuni degli autori di testi e disegni
–> ore 19,00: aperitivo buffet + concerto e dj set
–> ore 23,00 – 23,30: ADAMADAM, performance di chiusura a cura di Collettiva Geologika
Lunedì 26 ottobre, ore 21,00
IL SILENZIO DELLA TERRA
Laura Corradi, Andrea Facchi e Massimiliano Guareschi presentano il libro:
Il silenzio della terra. Sociologia postcoloniale, realtà aborigene e l’importanza del luogo
di Raewyn Connell e Laura Corradi
[Mimesis, Milano, 2014]
Nel quotidiano frastuono informativo, Il silenzio della terra ci invita a riflettere in maniera inedita sull’urgenza di una prospettiva aborigena per capire un mondo stravolto da velocità e grandi menzogne; per interrogarci sulle relazioni sociali oggi possibili, e su come decolonizzare il futuro. Questo libro rallenta l’osservazione, mette a fuoco corpi e luoghi. Suggerisce il superamento della visione occidentale e coloniale in cui sono intrappolate le scienze sociali e offre elementi che ne favoriscano il ripensamento.
Martedì 27 ottobre, ore 16,00
FREE COLOR CITY. Spray art per bambini (in collaborazione con i Pirati)
Altro che spugnette, “Retake Milano” e “cittadini volontari”!
A seguire: lauta merenda.
Mercoledì 28 ottobre, ore 21,00
A PROPOSITO DELLE TRE AGRICOLTURE (contadina, industriale, ecologica)
–> PIER PAOLO POGGIO presenta il Manifesto di Brescia e il volume Le tre agricolture [Jaca Book, Milano, 2015]
–> GENUINO CLANDESTINO ne discute schiettamente con lui
–> alla luce anche della sconcertante attualità di Mai la merce sfamerà l’uomo, una serie di articoli sulla questione agraria apparsi a puntate, tra il 1953 e il 1954, sul giornale “il programma comunista”: TERRA VERGINE, CAPITALE SATIRO!
Giovedì 29 ottobre, ore 21,00
LE GRANDI ESPOSIZIONI INTERNAZIONALI
Fantasmagorie mercantili, occultamento del rapporto di capitale, ostentazione di forza e addomesticamento nelle grandi “feste popolari del capitalismo”
–> LEONARDO LIPPOLIS parla di Expo di Genova 1914, vetrina di “una città dinamica, all’avanguardia nella scienza e nella tecnica”, in una Nazione ormai pronta a gettarsi nella fornace della Grande Guerra;
–> DUCCIO SCOTINI riferisce su “Regimi di visibilità e rapporti di produzione in Walter Benjamin. Il Crystal Palace e l’occultamento del lavoro. Folla, pubblico, classe. La città come oggetto di esposizione”;
–> EXPOSED PROJECT analizza, con parole e immagini, i dispositivi di ricupero dell’immaginario “no global” e delle sensibilità “solidali” messi in campo da Expo 2015.
Se ne discute anche alla luce di alcune riflessioni sugli “Expo d’America”, sulle contestazioni dei surrealisti contro l’“Exposition coloniale internationale” del 1931 a Parigi e su altro ancora.
Sabato 31 ottobre, ore 17,00
FOR EXAMPLE, DETROIT…
–> proiezione del film Detroit, ville Sauvage (regia di Florent Tillon, 2015)
–> proiezione del film Requiem for Detroit? (regia di Julien Temple, UK, 2010)
–> discussione a partire da Coltivare il nuovo tra le crepe del vecchio, di Marina Sitrin
http://comune-info.net/2015/09/detroit-coltivare-il-nuovo-tra-le-crepe-del-vecchio/
Due anni dopo la bancarotta della capitale mondiale dell’industria delle auto, il più grande fallimento di una municipalità nella storia degli Stati Uniti, quanto sta accadendo oggi a Detroit è strabiliante: gli abitanti si sono guardati in faccia e hanno cercato intorno a sé altri modi per sopravvivere. Piuttosto che lasciare abbandonati quartieri interi, edifici e terreni, si sono riuniti per rendere produttiva la terra: senza organizzazione centralizzata o appoggio politico, non solo si sono moltiplicati gli orti di vicinato e quelli scolastici ma si è passati dagli orti e dal baratto di prodotti privati agli scambi comunitari di cibo e alle cene conviviali. Non per perseguire una strategia di mercato, ma per costruire comunità.