Presentazione campeggi NoTav / 05-07-2019

VENERDI’ 05 LUGLIO 2019

ORE 18,30

Presentazione campeggi NoTav

La questione TAV nell’ultimo anno è balzata agli onori della cronaca come uno dei grandi temi che stanno animando la querelle interna al governo giallo-verde, poco ci interessa dei teatrini politici che servono soltanto a coprire i reali problemi che porta la TAV: speculazione, disastro ambientale e occupazione militare. Negli ultimi mesi va di moda esprimere indignazione per la crisi climatica, vediamo sindaci, capi di stato che da una parte dichiarano l’emergenza climatica e dall’altra danno il loro assenso per la costruzione di oleodotti o per la promozione di grandi eventi e grandi opere, come non ultime le Olimpiadi invernali Milano-Cortina e l’euforia generalizzata nella stessa città che il 15 marzo ha fatto registrare la partecipazione più alta nella piazza di Friday for Future. É evidente che se non si coglie che la crisi climatica che stiamo vivendo è direttamente derivata dagli effetti generati dal libero mercato e da chi antepone il profitto alla salute, diventa del tutto inutile scendere in piazza a dimostrare. Proprio per questo motivo riteniamo invece di dover dare il nostro contributo stando al fianco della valle nella sua lotta di attacco al cantiere e di costruzione di comunità resistenti, solo attraverso queste esperienze possiamo guardare negli occhi il vero volto del Capitale che vuole fagocitare il popolo No Tav e la bellezza di quelle montagne.

Per questo vi invitiamo tutti giovedì 4 Luglio al Cox 18 in via Conchetta dove si terrà una presentazione del programma delle attività di quest’estate in Val Susa con compagni e compagne di Torino.

–> Dal 19 al 24 luglio, ricordiamo l’appuntamento annuale col Campeggio Studentesco No Tav 2019!!
E a seguire, dal 25 al 28, Festival Alta Felicità 2019 // 25 – 28 Luglio @Venaus (To)

Por la vida y la libertad / 04-07-2019

GIOVEDI’ 04 LUGLIO 2019

ORE 21,00

Presentazione del nuovo libro di Andrea Cegna “Por la vida y la libertad” Sul rapporto tra movimenti e il nuovo presidente Amlo
Con lui ci sarà anche uno degli ospiti del libro: Federico Mastrogiovanni

 

Alla guida di una coalizione di centrosinistra e supportata da alcuni movimenti sociali, Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, è il vincitore delle ultime presidenziali in Messico, un’elezione che ha suscitato molte speranze, anche se le riforme proposte non sono molto diverse da quelle di chi lo ha preceduto.
Por la vida y la libertad è una visione caleidoscopica del Messico di oggi e una tesi, ovvero che nulla come l’insurrezione zapatista e la firma del Nafta, entrambi nel 1994, hanno determinato una radicale trasformazione del paese. Due fronti opposti per un conflitto che ha molto da insegnare anche a noi.
Il 2019 è un anno cruciale per capire i nuovi rapporti di forza che si stanno sviluppando tra il potere costituito e l’Ezln, tra Obrador e tutte quelle voci fuori dal coro che non hanno alcuna intenzione di illudersi.
In questi anni l’autore ha collezionato numerosi viaggi nel paese centroamericano, le opinioni qui raccolte rappresentano alcuni punti di vista critici, un insieme di riflessioni da diversi profili intellettuali, artistici e militanti che garantiscono al lettore una straordinaria immersione nella contemporaneità messicana.

 

Babylonia Mon Amour / 27-06-2019

GIOVEDI’ 27 GIUGNO 2019

ORE 22,00

Cinema in cortile COX18 “Babylonia Mon Amour” di P. Verdecchi
Sarà presente alla proiezione il regista Pierpaolo Verdecchi

Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni e CSOA COX18 propongono una serata di cineforum in cortile con la proiezione di “Babylonia Mon Amour” (P. Verdecchi, 2017, 72′), un film che narra le vicende di un gruppo di senegalesi che, per motivi economici, si ritrovano a vivere in un sobborgo d’Europa ormai in crisi. Il gruppo è eterogeneo: ha occupato nella periferia di Barcellona una ex fabbrica dismessa, trasformandola in una casa. Sono tutti immigrati irregolari, per loro Barcellona non è la città da cartolina che si aspettavano alla partenza, ma una metropoli complessa, escludente e controllata. Vivono di espedienti, qualcuno ricicla il ferro, altri riparano le reti dei pescatori, altri si dedicano allo spaccio di strada.

“In questi tempi bui, dove il recente decreto su sicurezza e immigrazione rischia di acutizzare situazioni di irregolarità e gettare in strada le fasce più fragili della popolazione, il documentario Babylonia Mon Amour di Pierpaolo Verdecchi ci ricorda che nei contesti marginali resiste un’umanità che non rinuncia alla dignità e alla difesa dei propri diritti.

Con una raffinata fotografia in bianco e nero Verdecchi racconta la quotidianità di due gruppi di senegalesi che hanno occupato una fabbrica dismessa nella periferia di Barcellona. È una Barcellona lontana dalla movida e dal colorato mondo di Almodovar, una città che si divide in un centro dove dietro i riflessi delle vetrine scorre un’umanità distratta e una periferia con scenari urbani post apocalittici.

Il regista ha girato molto materiale anche in altre città europee ma è qui che ha trovato il contrasto più netto tra spiritualità e perdizione urbana. I senegalesi che seguiamo nel loro peregrinare apparentemente senza direzione appartengono infatti alla comunità dei Baye Fall. Il canto e le immagini dei Marabout che tappezzano la casa sono àncore di salvezza in un contesto dove i diritti basilari sono costantemente negati da un sistema repressivo ed escludente. Il diritto al passaporto, al lavoro, all’abitazione ma anche il diritto di protestare per le condizioni di vita all’interno dei CPT, di reagire alla violenza della polizia o all’intrusione di giornalisti voraci di scandalo.

Il documentario di Verdecchi è risultato di un cinema di osservazione e di relazione e coglie momenti drammatici senza far uso della retorica ma giocando d’astrazione. Il racconto del viaggio in mare, le immagini del recupero di rame e ferro dai detriti di un palazzo appena demolito, il dolente monologo finale raccontano la condizione esistenziale di chi, sempre più marginalizzato, non rinuncia al diritto di resistere.” (Simona Cella)