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programmazione

Roberto Volponi

DOMENICA 12 GIUGNO 2016
ORE 17,00

Presentazione del fondo “Roberto Volponi
La presentazione sarà accompagnata da significative libagioni
Sarà inoltre disponibile “Cronache degli anni ’70”, un volumetto contenente scritti e disegni di Roberto
Infine, potrà essere visitata una piccola esposizione dei più bei materiali raccolti nel fondo

Libro

Roberto Volponi, nato a Torino il 14 giugno 1962 e prematuramente scomparso il 3 settembre 1989 a L’Avana, era un compagno giovane, preparato e appassionato, chefrequentava assiduamente le librerie milanesi, soprattutto Calusca, Sapere e Chimer Magazine, acquistandovi molti libri e riviste a carattere politico. La sorella Caterina, tre anni fa, propose all’Archivio Primo Moroni di conservare i materiali raccolti nel corso degli anni da Roberto. Siamo lieti di poter presentare i primi frutti del lavoro in corso.
Al riguardo, cfr.http://www.inventati.org/apm/rvolponi/index.php

LARGO SI FA IL VENTO

SABATO 11 GIUGNO 2016

ORE 18,00

Presenta il libro di poesie Agostino Tomasuolo “LARGO SI FA IL VENTO” [BZbooks, Bolzano, 2015]
Intervengono Lia Giudici e Gianni Tristano

Tomasuolo

Una cinquantina di testi in versi in modalità prevalentemente riflessiva o colloquiale: uno sguardo insistentemente scrutativo che non rinuncia a una leggerezza di toni, talvolta tendente a forme parlate. Tutti attraversati da una coloritura espressiva nella quale i temi spesso prendono spunto da situazioni emotive segnate da un senso di inadeguatezza, scavando nei vuoti e negli assilli esistenziali della memoria e della quotidianità, di una realtà personale e sociale che comprime sempre più l’individuo, costringendolo a una sopravvivenza grigia e controllata da lacerazioni invadenti, che però non possono e non devono rappresentare una resa del soggetto.

I ragazzi della Barriera. La storia della banda Cavallero

VENERDI’ 10 GIUGNO 2016
ORE 21,00

Calusca City Lights presenta il libro Claudio Bolognini “I ragazzi della Barriera. La storia della banda Cavallero” (Agenzia X, Milano, 2015)

Bolognini

Diciannove spericolate rapine effettuate, titoli cubitali in prima pagina, un processo che fece epoca, ma ciò che i giornali del tempo omisero erano le ragioni di questo passaggio all’azione diretta. Tutto cominciò negli anni Cinquanta in un sobborgo operaio di Torino. A quei tempi la Barriera era un quartiere proletario dove chiamarsi compagno aveva un significato profondo. Quando Sante Notarnicola arrivò dalla Puglia aveva appena quattordici anni e in quella periferia trovò una comunità di ex partigiani e giovani militanti assai determinati e conosciuti, tra cui Danilo Crepaldi, Adriano Rovoletto e Pietro Cavallero. A questi comunisti tanto attivi quanto critici nei confronti della linea ufficiale del Partito, venne l’idea di farsi rapinatori per finanziare la rivoluzione… “Dalla Barriera di Torino alla rivolta di piazza Statuto”[materiali tratti dalla presentazione al Vag61 di Bologna, con la partecipazione di Sante Notarnicola, del video-doc a cura di Infoaut sulle giornate del 1962 e del libro di Claudio Bolognini sulla nascita della banda Cavallero]
http://www.zic.it/dalla-barriera- di-torino- alla-rivolta- di-piazza- statuto-videoaudio/

 

VILLES NOMADES – Histoires clandestines de la modernité

DOMENICA 05 GIUGNO 2106STREAMFM

ORE 18:30

VILLES NOMADES – Histoires clandestines de la modernité

CITTA’ NOMADI Storie clandestine della modernità

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Un’altra città esiste, concomitante alla città pianificata. Una città fatta di roulottes, tende, camion. Una città europea che, da Parigi a Mosca, il catasto cancella e disapprova, quando non criminalizza. Un arcaismo che urbanisti, architetti, politici, sociologi e poliziotti hanno il compito di smantellare, marginalizzare o eliminare dalle loro nuove metropoli. Nomade, mobile, leggera o ambulante, questa città rimane comunque pensata a partire dallo spazio accatastato, dalle sue rappresentazioni, dalle sue parole e dalla sua storia. È la città senza nome di un popolo senza nome, che tuttavia la lingua politica e mediatica nomina: Rom, Gitano, rifugiato, zingaro, tzigano… Città dello straniero dunque. Città straniera alla città, soprattutto, e ciò almeno a partire dalla metà dell’Ottocento.
Belligerante di una guerra continua e silenziosa che la oppone alla città pianificata, quest’altra città costituisce, sotto diverse forme (capitale mobile in Algeria, Zona fortificata a Parigi, tachanka machnovista in Ucraina, ecc.), un’alternativa urbana, poetica e politico-economica.
Dal 1998, attraversiamo questa città e lavoriamo col suo popolo alla sua propria rappresentazione.
Canto partigiano, questo libro è un tentativo di riannodare i fili d’una storia urbana che le pratiche colonial-militari, il capitale coi suoi continui aggiornamenti (i maledetti upgrade) e l’urbanistica contemporanea cercano di recidere.

Une autre ville existe, concomitante à la ville planifiée. Une ville faite de caravanes, de tentes, de camions, mobile-homes et autres kiosques et cabanes. Ville européenne, autre, que de Paris à Moscou le cadastre réprouve et oblitère quand il ne la criminalise pas. Un archaïsme qu’urbanistes, architectes, politiques, sociologues et policiers ont charge de démanteler, résorber ou extraire de leurs nouvelles métropoles. Nomade, mobile, légère ou foraine cette ville demeure cependant pensée depuis l’espace cadastré, ses représentations, ses mots et son Histoire. C’est une ville sans nom d’un peuple sans nom que la langue politique et médiatique pourtant nomme : Rom, Gitan, réfugié, Manouche, Tzigane… ville de l’étranger en somme. Ville étrangère à la ville surtout et ce depuis le milieu du XIXe siècle au moins.
Belligérante d’une guerre silencieuse qui pourtant a lieu et l’oppose à la ville planifiée, elle constitue, sous les multiples formes de ses réapparitions (capitale mobile de l’Algérie, Zone des fortifs de Paris, caravane de l’armée insurrectionnelle ukrainienne, etc.) une alternative urbaine, poétique, politique et économique.
Depuis 1998, nous traversons cette ville et travaillons avec son peuple-même à sa représentation.
Chant partisan, ce texte est une tentative de renouer les fils d’une histoire urbaine sectionnés par l’exercice colonial et militaire, le capitalisme et ses remises à jour ainsi que par un urbanisme contemporain en partie fondé sur son anéantissement et dont la métropolisation n’est que l’ultime masque.

FRATTURE DI UNA VITA

DOMENICA 29 MAGGIO 2016STREAMFM

ORE 21,00

Presentazione del libro “Fratture di una vita
Edito da El Paso, Porfido, El Rùsac, Ned, Cassa Antirep delle Alpi Occidentali

Autobiografia di Charlie Bauer (1943-2011), marsigliese, teppista, ladro, rapinatore, detenuto, speleologo urbano all’occorrenza, ribelle per vocazione.

“Coloro che vivono sono quelli che lottano, lo ha scritto Victor Hugo ma potrebbe essere il sottotitolo di questa autobiografia”. Scritta nel 1988 quando Bauer esce dal carcere, narra della sua prigionia, durata venticinque anni, delle torture, dell’isolamento e dei processi, della lotta portata avanti senza tregua nei penitenziari francesi più disparati.

Ne parliamo con i curatori e approfondiamo il dibattito sull’attualità di questi temi con i compagni della Cassa Antirep delle Alpi Occidentali e di OLGa, Milano.

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