SLAM X 2015

11/12 DICEMBRE 2015

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ORE 21,00

Agenzia X e Cox 18 presentano
SLAM X 2015 – La rivoluzione è una valanga di anime frementi

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PROGRAMMA:

VENERDÌ 11 dicembre dalle 21.00 alle 2.30
Premio Dubito night
www.premiodubito.com

RAPPER
Rancore
Kento
Diamante/Sandal
Franky B. feat U.net

I FINALISTI DEL PREMIO DUBITO
Yoma
Cesare Voltus
Sacra zona
Kabo

POETI
Murray Lachlan Young
Erica Boschiero
Dome Bulfaro
Sergio Garau
Andrea Topot
Stefano Pini feat Kupo

PERFORMER
Gabriele Stera & Jeremy Zaouati
Alberto Saibene presenta La ragazza Carla di Elio Pagliarani Tommaso Russi

DJ
Pablito el Drito

 

SABATO 12 dicembre dalle 21.00 alle 3.00

MUSICISTI
Gianfranco Manfredi & Ricky Gianco
Il Generale (Stefano Bettini)
Enrico Gabrielli e UPM
Giovanni Truppi
Nina Madù e le Reliquie Commestibili
Taras bul’ba

SCRITTORI
Nicola Lagioia
Marco Balzano
Simona Sparaco
Vanni Santoni
Claudio Morici
Angelo Mastrandrea
Tobia D’Onofrio
Stefano Santangelo

PERFORMER
Alessandra Novaga / Elena Russo
Gigi Gherzi
Livia Grossi
Pagine contro la tortura
Andrea Staid feat J&J

DJ
Ubi Broki
Towsea

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SPAZIO SERPICA 2015 + FRANTIC

VENERDI’ 04 DICEMBRE 2015

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ORE 20,00

10 anni di Serpica Naro

Festeggiamo con una FESTA ospiti della Serata FRANTIC in COX18 a Milano, nel cuore del quartiere Ticinese, sullo la linea tramviaria 3, che unisce – idealmente e fisicamente – COX18 al SerpicaLab in via Montegani, luogo in cui l’attività di Serpica Naro si è condensata negli ultimi 2 anni.

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PROGRAMMA

h.20
>Serpica Naro exhibition // una Linea SpazioTemporale che racconta questi 10 anni di attività di Serpica Naro
>Aperitivo veg-vegetariano Pinkitchen

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h.22
>Presentazione dei progetti e del SerpicaLab
>Proiezione video MAKING OF/Serpica Naro’05

h.23
>live set DAVID GLITCH

h.24
>dj set FRANTIC
Ubi Broki & friends

all night long:
Serpica Naro espone i suoi kit e le sue creazioni, assieme a quelle di alcune etichette indipendenti della com+unity.

ASPETTANDO IL 9999 – IL PRIGIONIERO LIBERO

MERCOLEDI’ 02 DICEMBRE 2015
DALLE ORE 19,00

aperitivo/cena benefit per la campagna:

Pagine contro la Tortura

Il regime di 41bis è il punto più rigido della scala del trattamento differenziato che regola il sistema carcerario italiano.

Adottato trent’anni fa come provvedimento temporaneo, di carattere emergenziale, si è via via stabilizzato e inasprito. In questa condizione detentiva ci sono oggi ben oltre 700 prigionieri e prigioniere all’interno di carceri sparse in tutt’Italia: Cuneo, Novara, Parma, Opera-Milano, Tolmezzo-Udine, Ascoli Piceno, Viterbo, Secondigliano-Napoli, Terni, Spoleto, L’Aquila, Rebibbia-Roma, Bancali-Sassari.

Da alcuni mesi chi è sottoposto al regime previsto dall’art. 41bis dell’ordinamento penitenziario non può più ricevere libri, né qualsiasi altra forma di stampa, attraverso la corrispondenza e i colloqui sia con parenti sia con avvocati: i libri e la stampa in genere si possono solo acquistare tramite autorizzazione dell’amministrazione. è un’ulteriore censura, una potenziale forma di ricatto, in aggiunta alle restrizioni sul numero di libri che è consentito tenere in cella: solo tre.

Una società che sottostà al ricatto della perenne emergenza, alimentata da banalizzazioni ed allarmismi, si rende consenziente alle vessazioni e torture di cui il blocco dei libri è solo l’ultimo, più recente tassello.

Il carcere non è la soluzione, ma parte del problema

41bis

Sommergiamo di libri le carceri, evitiamo che si metta in catene la cultura!

AGOSTO 2015 – CAMPAGNA “PAGINE CONTRO LA TORTURA”

GIULIANO CAPECCHI
presenta due libri pubblicati nel 2015
dalla casa editrice Sensibili alle Foglie
nella coll. “L’evasione possibile”

ASPETTANDO IL 9999
Poesie e scritti dall’ergastolo e dal 41 bis
di Giovanni Farina
e
IL PRIGIONIERO LIBERO
Pensieri, emozioni, considerazioni dall’ergastolo
di Salvatore Ritorto

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“ASPETTANDO IL 9999” vuole essere testimonianza e denuncia del sistema giuridico e penale italiano, attraverso la voce di un uomo il cui fine pena è indicato nel sistema informatico con il codice 9999 nella casella che contempla l’anno di scadenza della carcerazione. La disumanità del “fine pena mai” e del trattamento in regime di 41 bis emerge da questi scritti che inducono ciascuno di noi a confrontarsi con questi istituti e ci invitano a prendere posizione in prima persona.

“IL PRIGIONIERO LIBERO” ha al centro la libertà di pensiero e la scrittura: un’attività piacevole e un aiuto a passare il tempo nella cella per chi scrive, un momento di riflessione e di stimolo per chi legge. “Einstein sosteneva che la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre. Oggi, chi scrive, supportato da grande speranza e sostenuto da una discreta quantità di pazienza, grazie anche all’apertura del suo paracadute, è riuscito a mettere in atto un complicato, ma non impossibile, ossimoro: il prigioniero libero”.

Nel corso della serata sarà presentata la campagna
“PAGINE CONTRO LA TORTURA”

GIONA + AUTUNNO + RAMI

SABATO 28 NOVEMBRE 2015

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ORE 23,00

Live On Stage:

GIONA
AUTUNNO
RAMI

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GIONAhttps://giona.bandcamp.com/
da Napoli, un po’ post-punk e un po’ altro, e con un bel disco uscito da poco, “Per tutti i giovani tristi” (To Lose La Track/Stop Records/ Fallo Dischi), Giona, che una volta si chiamava “L’Amo”, ci viene a spiegare come sopravvivere al vuoto dell’esistenza umana bevendo birre Peroni.
https://www.facebook.com/GIONA-947315345293462/?fref=ts

AUTUNNOhttps://sistacomedautunno.bandcamp.com/
belli e giovani come tutti gli eroi, gli Autunno sono in due e vengono da Perugia. Con alle spalle un EP uscito un paio di anni fa, suonano sporchi e fanno un bel casino, ma i loro cuoricini sono pieni di orsetti gommosi.
https://www.facebook.com/AUTUNN0/?fref=ts

RAMIhttps://ramiimar.bandcamp.com/
non esistono da molto, sono tre ragazzi sparsi per la provincia di Milano e qualche mese fa hanno pubblicato il loro primo EP, “Il presente di qualcun altro” (To Lose La Track / Fallo Dischi). A volte gridano, a volte no.
https://www.facebook.com/RAMIBAND/?fref=ts

STRADE STRAPPATE + DEBUG

VENERDI’ 27 NOVEMBRE 2015

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ORE 22

Reading su Slam X 2015 – La rivoluzione è una valanga di anime frementi + letture di poesie di Alberto Dubito a cura di TEMPI diVERSI

Presentazione del libro:
STRADE STRAPPATE – Storia rappata dell’Hip Hop Italiano con Andrea Cegna, Matteo Villaci

Live Set: EMCEE O’ZI
Beat Set: BREAKSTARR

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STRADE STRAPPATE – Storia rappata dell’Hip Hop Italiano

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Andrea Cegna, Matteo VillaciStrade strappateStoria rappata dell’hip hop italianoFinché c’è base c’è rap, finché c’è dj c’è scratch… L’hip hop non conosce limiti, è cresciuto insieme all’invasione delle nuove tecnologie e in parallelo alle grandi migrazioni del presente, ha contaminato tutte le espressioni artistiche ed è praticato da moltissimi giovani: dalle minoranze etniche ai nativi di favela e banlieue. Se negli Stati Uniti, in Francia e Inghilterra si sono festeggiati i quarant’anni di attività, in Italia la storia dell’hip hop non solo è più recente, ma anche meno narrata. Diventato da qualche anno un fenomeno di massa, l’hip hop con la rima in italiano può invece vantare una lunga e avventurosa fase di sperimentazione e uno stile specifico che continua a proliferare.
Strade strappate è un libro a più voci sulle origini e sul presente della scena con molti protagonisti di diverse provenienze geografiche e artistiche. Un vero e proprio open mic su carta per provare a tratteggiare un percorso storico e rispondere ad alcune domande cruciali. Perché in Italia ci siamo svegliati così tardi? Come sono cambiati i luoghi, i palchi e la fruizione in questi ultimi anni? È possibile individuare i pescecani nostrani che sfruttano l’onda per spartirsi il bottino? Insieme ai due autori prenderanno parola tra gli altri: Clementino, Militant A, Danno, Kaos One, Ensi, Paola Zukar, Marya Mc, Mezzosangue, Squarta, Esa, Dj Vigor, Bonnot, The Night Skinny, Alberto Scabbia, Vaitea, Luca Gricinella, u.net, Dj Jad, Dj Baro, Paura, Cesca, LeleProx, E-Green, Duka

http://www.agenziax.it/strade-strappate/

EMCEE O’ZI

Paroliere e Producer partenopeo, Emcee O’Zi, classe 1984 si avvicina alla cultura Hip Hop nella seconda metà degli anni ’90. Cullato da una città in continuo fermento, dopo qualche anno si dedica agli arrangiamenti dei primi progetti di Clementino e Ganja Farm, alternando impegno sociale a battle rhyming e digging. Degna di mensione è la sua partecipazione al Valva Rap del 2006 ed al Gusto Dopa al Sole dello stesso anno, periodo nel quale pubblica il suo primo album solista: Overflow. Nel 2015 è fuori con “Debug”, concept album sull’alienazione e la disumanizzazione nel nostro tempo, progetto autoprodotto che vanta la partecipazione di leggende dell’underground internazionale del calibro di Breeze Brewin dei Juggaknots e Mr. Lif.

http://emceeozi.bandcamp.com/

FROM THE HORDE TO THE BEE

GIOVEDI’ 26 NOVEMBRE 2015

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DALLE ORE 18,00

Marco Fusinato dialoga intorno a FROM THE HORDE TO THE BEE una sua opera esposta all’Arsenale di Venezia, basata su materiali raccolti dall’ Archivio Primo Moroni

ore 18.00 – presentazione e discussione con l’Autore, a partir dalle ficcanti domande postegli dai redattori di “Strumenti critici”

ore 20.00 – lauto aperitivo

ore 22.00 – noise-guitar, performance rumorosa dello stesso Fusinato

FusiFronteWeb

FROM THE HORDE TO THE BEE

Marco Fusinato, eclettico e polimorfo artista australo-veneto presenta alla 56ª Biennale di Venezia 2015 un’opera che si basa su un estratto significativo dei materiali conservati all’Archivio Primo Moroni di Milano.

L’opera consiste nell’esposizione, a mo’ di muro attorno a un grande tavolo quadrato, della riproduzione di oltre quattrocento immagini scansite in b/n e riprodotte in scala 1:1, che vengono raccolte nel volume From The Horde to the Bee. Il richiamo nel titolo va dall’Orda (d’Oro 1968-1977, di Nanni Balestrini e Primo Moroni, 1988) all’Ape (e il comunista, a cura del Collettivo prigionieri comunisti delle Brigate Rosse, 1980). Questi libri esposti sono accompagnati da una scheda che invita il visitatore a prenderne una copia lasciando 10 euro, “che rimarranno sul tavolo per la durata della mostra”, andando poi all’Archivio Primo Moroni.

Il repertorio storico delle lotte che hanno attraversato, in Italia e non solo, gli anni dal 1960 al 1980 trovano adeguata collocazione nella Biennale di Okwui Enwezor, che così si pronuncia: “La Biennale di Venezia è una istituzione che è passata attraverso la Prima Guerra mondiale, la Seconda Guerra mondiale, il Fascismo, l’operaismo e i movimenti dell’Autonomia degli anni ’60 e ’70. Una nuova opera di Marco Fusinato, From the Horde to the Bee [2015], esplora questa eredità. Consiste nella riproduzione in scala 1:1 di copie di testi dei movimenti autonomi, di lavoratori, anarchici contenuti nell’Archivio Primo Moroni [di Milano]. Disponibile per i visitatori della Biennale a 10 euro, che verranno usati a sostegno delle attività dell’archivio. Non mi pare che la Biennale abbia realmente riflettuto su quella Storia, benché l’abbia fatto negli anni ’70 con grande vigore. A mio parere questi materiali devono essere adesso elementi di riflessione, di auto-critica. Provo a chiarire il mio pensiero con un esempio che spero sia percepito nella sua rilevanza. Sono stato molto colpito dalla Biennale di Venezia del 1974, che fu dedicata interamente al Cile, dichiarando solidarietà col popolo cileno contro la brutale dittatura di Augusto Pinochet. Immaginate di fare una cosa simile oggi? Questo è quindi il motivo per cui sto cercando di raccogliere tutti questi frammenti, questi resti“.

Contemporaneamente l’installazione propone al pubblico della Biennale di partecipare a una sorta di “colletta” o, con le parole di Fusinato, a “un’operazione alla Robin Hood, direi anzi proprio a un’operazione di riciclaggio di denaro sporco. Ho stampato 10 mila copie, se le venderemo tutte verranno raccolti 100 mila euro che usciranno dalle tasche gonfie degli inutili fan dell’arte e riempiranno quelle vuote ma pure dell’archivio”.

In sovrappiù, il mucchio di banconote (la cui crescita viene monitorata da una videocamera andando Version:1.0 StartHTML:0000000167 EndHTML:0000006385 StartFragment:0000000457 EndFragment:0000006369

a costituire un ulteriore pezzo dell’Opera) diventa opera a sé. Il “denaro” – il mucchio del “denaro” – troneggia in una posizione ambigua e contraddittoria nel mezzo dell’Arsenale.

Marco Fusinato: Noise-guitar

M. Fusinato pratica la scena musicale sperimentale con performance che producono tsunami improvvisati di rumori, dove lo strangolamento della chitarra apre a mondi catastrofici.

La sua “Spectral Arrows”, monumentale scultura aurale, interpretata per la prima volta a Glasgow, è stata poi eseguita in tutto il mondo, da ultimo alla Biennale di Venezia lo scorso settembre (All the World’s Futures).

Il suo lavoro è stato incluso in numerose mostre:

– All the World’s Futures, la 56ª Biennale d’Arte di Venezia, 2015;

– Monditalia, 14ª Internazionale d’Architettura alla Biennale di Venezia, 2014;

– Soundings: A Contemporary Score, importante mostra sul suono al Museum of Modern Art, New York, 2013;

– diversi progetti per The Imminence of Poetics, 30ª Biennale si San Paolo , San Paolo, 2012

– Sonic Youth: Sensational Fix (2008-2010), una collettiva itinerante per i musei d’Europa degli artisti che hanno collaborato con la rock band di NYC, Sonic Youth.

Le sue recenti produzioni includono L’Origine/TEMA (Bocian Records, Poland, LP), Spectral Arrows/Sydney (Planam, Italy, LP) and Spectral Arrows/Rotterdam (DePlayer, Netherlands, LP). La monografia Let’s Destroy Work (Schwartz City, 2015), con saggi di Branden W. Joseph e Byron Coley, fornisce una panoramica completa dell’opera di Fusinato degli ultimi vent’anni.

 

UCRAINA. UN’ANALISI DI CLASSE

GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE 2015

ore 21,00

Calusca City Lights ospita la presentazione/discussione del pamphlet
UCRAINA. UN’ANALISI DI CLASSE a cura del collettivo “Odessa 2 maggio” [Milano, giugno 2015]
PROIEZIONE DI VIDEO INEDITI sulla guerra e sulla situazione in Ucraina

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Al riguardo i curatori ci hanno scritto: “Questo documento non è fine a se stesso. A partire dall’analisi di una situazione specifica, vuole diventare strumento d’informazione e stimolo per lo sviluppo di un dibattito. Vuole anche individuare dei legami tra quanto sta accadendo oggi nel Donbass e la situazione in Italia. Il tutto, in un percorso di analisi e prassi atto a scoprire dove viva e si manifesti oggi la lotta di classe, laggiù come in ogni parte del mondo; e la Resistenza di quella parte maggioritaria della popolazione – gli sfruttati e gli emarginati – alla barbarie dell’imperialismo. Di fronte alla devastazione politica e sociale che il sistema capitalistico vorrebbe imporre crediamo sia necessario costruire ponti tra tutte le Resistenze che indicano una possibile via di uscita. Connessioni che si realizzeranno inaugurando forme di sostegno attivo – quali l’internazionalismo, patrimonio storico del proletariato – da cui si definiscano, col passare del tempo, i piani per un fronte di lotta comune”.

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