Por la vida y la libertad / 04-07-2019

GIOVEDI’ 04 LUGLIO 2019

ORE 21,00

Presentazione del nuovo libro di Andrea Cegna “Por la vida y la libertad” Sul rapporto tra movimenti e il nuovo presidente Amlo
Con lui ci sarà anche uno degli ospiti del libro: Federico Mastrogiovanni

 

Alla guida di una coalizione di centrosinistra e supportata da alcuni movimenti sociali, Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, è il vincitore delle ultime presidenziali in Messico, un’elezione che ha suscitato molte speranze, anche se le riforme proposte non sono molto diverse da quelle di chi lo ha preceduto.
Por la vida y la libertad è una visione caleidoscopica del Messico di oggi e una tesi, ovvero che nulla come l’insurrezione zapatista e la firma del Nafta, entrambi nel 1994, hanno determinato una radicale trasformazione del paese. Due fronti opposti per un conflitto che ha molto da insegnare anche a noi.
Il 2019 è un anno cruciale per capire i nuovi rapporti di forza che si stanno sviluppando tra il potere costituito e l’Ezln, tra Obrador e tutte quelle voci fuori dal coro che non hanno alcuna intenzione di illudersi.
In questi anni l’autore ha collezionato numerosi viaggi nel paese centroamericano, le opinioni qui raccolte rappresentano alcuni punti di vista critici, un insieme di riflessioni da diversi profili intellettuali, artistici e militanti che garantiscono al lettore una straordinaria immersione nella contemporaneità messicana.

 

Babylonia Mon Amour / 27-06-2019

GIOVEDI’ 27 GIUGNO 2019

ORE 22,00

Cinema in cortile COX18 “Babylonia Mon Amour” di P. Verdecchi
Sarà presente alla proiezione il regista Pierpaolo Verdecchi

Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni e CSOA COX18 propongono una serata di cineforum in cortile con la proiezione di “Babylonia Mon Amour” (P. Verdecchi, 2017, 72′), un film che narra le vicende di un gruppo di senegalesi che, per motivi economici, si ritrovano a vivere in un sobborgo d’Europa ormai in crisi. Il gruppo è eterogeneo: ha occupato nella periferia di Barcellona una ex fabbrica dismessa, trasformandola in una casa. Sono tutti immigrati irregolari, per loro Barcellona non è la città da cartolina che si aspettavano alla partenza, ma una metropoli complessa, escludente e controllata. Vivono di espedienti, qualcuno ricicla il ferro, altri riparano le reti dei pescatori, altri si dedicano allo spaccio di strada.

“In questi tempi bui, dove il recente decreto su sicurezza e immigrazione rischia di acutizzare situazioni di irregolarità e gettare in strada le fasce più fragili della popolazione, il documentario Babylonia Mon Amour di Pierpaolo Verdecchi ci ricorda che nei contesti marginali resiste un’umanità che non rinuncia alla dignità e alla difesa dei propri diritti.

Con una raffinata fotografia in bianco e nero Verdecchi racconta la quotidianità di due gruppi di senegalesi che hanno occupato una fabbrica dismessa nella periferia di Barcellona. È una Barcellona lontana dalla movida e dal colorato mondo di Almodovar, una città che si divide in un centro dove dietro i riflessi delle vetrine scorre un’umanità distratta e una periferia con scenari urbani post apocalittici.

Il regista ha girato molto materiale anche in altre città europee ma è qui che ha trovato il contrasto più netto tra spiritualità e perdizione urbana. I senegalesi che seguiamo nel loro peregrinare apparentemente senza direzione appartengono infatti alla comunità dei Baye Fall. Il canto e le immagini dei Marabout che tappezzano la casa sono àncore di salvezza in un contesto dove i diritti basilari sono costantemente negati da un sistema repressivo ed escludente. Il diritto al passaporto, al lavoro, all’abitazione ma anche il diritto di protestare per le condizioni di vita all’interno dei CPT, di reagire alla violenza della polizia o all’intrusione di giornalisti voraci di scandalo.

Il documentario di Verdecchi è risultato di un cinema di osservazione e di relazione e coglie momenti drammatici senza far uso della retorica ma giocando d’astrazione. Il racconto del viaggio in mare, le immagini del recupero di rame e ferro dai detriti di un palazzo appena demolito, il dolente monologo finale raccontano la condizione esistenziale di chi, sempre più marginalizzato, non rinuncia al diritto di resistere.” (Simona Cella)

SE HO VINTO SE HO PERSO / 22-06-2019

SABATO 22 GIUGNO 2019

ORE 21,00

Presentazione del film di Gianluca Rossi: Se Ho Vinto Se Ho Perso

Live on stage: KINA

SE HO VINTO SE HO PERSO è un documentario di Gian Luca Rossi (prodotto da KORAVA, con il sostegno di Film Commission Valle d’Aosta) sui tre componenti originari della formazione dei Kina e la loro traiettoria musicale e personale. Il film sarà presentato al pubblico, a partire da giugno 2019, nel corso di un mini-tour della band (riunita eccezionalmente per l’occasione) in alcune città italiane.

CRITICHE DELLA TECNOLOGIA /16-06-2019

DOMENICA 16 GIUGNO 2019

ORE 16,00

LOST/Le lunghe ombre della scienza e della tecnica presenta: CRITICHE DELLA TECNOLOGIA
Dal movimento luddista a oggi, dalla religione del capitale al capitale come religione

Prima parte
Excursus storico sulle gesta del Generale Ned Ludd e di Captain Swing, resumé delle ideologie industrialiste.

Seconda parte
Esposizione di “Los Amigos de Ludd” (Bollettino d’informazione anti-industriale) e dell’“Encyclopédie des Nuisances” (Dizionario della sragione nelle arti, nelle scienze e nei mestieri).

La sfida Anarchica nel Rojava / 14-06-2019

VENERDI’ 14 GIUGNO 2019

DALLE ORE 19,00

– Cena – buffet;
– Presentazione del libro: La sfida Anarchica nel Rojava a cura di Norma Santi e Salvo Vaccaro;
– video saluto di Debbie Bookchin (8 min.)
Intervengono Norma Santi, curatrice del libro e Carlotta Pedrazzini di A Rivista
ed attraverso video conferenza interventi di Salvo Vaccaro, curatore del libro ed Erol Aydemir, studente attivista curdo in sciopero della fame.
– Proiezione video: Sehid Namirin di Giacomo Sini e Francesca Simdi
(sottot. in italiano, durata 16 min.)
 

La sfida Anarchica nel Rojava

Questo libro raccoglie analisi e esperienze vissute, dirette e indirette, di una sperimentazione sociale e politica nel bel mezzo di una guerra. Se è difficile promuovere collettivamente una rivoluzione nelle relazioni sociali e nelle forme di autogoverno diffuso nei territori curdi, sicuramente è più complesso praticarla quando le armi prevalgono sulle parole. Nata come rivolta contro il regime di Assad, la guerra civile si è internazionalizzata con l’intervento di potenze regionali (Turchia, Iran, gli hezbollah libanesi) e internazionali (Stati Uniti e Russia). Per non parlare dello Stato islamico e delle organizzazioni terroriste del fondamentalismo religioso. I cantoni curdi in territorio siriano hanno lanciato la sfida del confederalismo democratico di chiaro segno libertario, orizzontale, antiautoritario, laico, al femminile. Con contraddizioni, speranze e disillusioni, la sfida anarchica nel Rojava persiste da quasi cinque anni, ben più della “breve estate dell’anarchia” spagnola, dalle radiose giornate del luglio del 1936 a quelle più funeste del luglio del 1937. A prescindere da come andrà a finire, essa segna una tappa indubbiamente significativa verso l’emancipazione di intere collettività lungo un accidentato percorso di liberazione e di libertà sempre da conquistare.

cox18