Category Archives: in movimento

iniziative politiche

Riprendiamoci Cox 18, la Calusca e l’archivio Primo Moroni

Venerdì 23 gennaio 2009
Appello per le iniziative in solidarietà con il c.s.o.a. Cox 18

Riprendiamoci Cox 18, la Calusca e l’archivio Primo Moroni

Il 22 gennaio 2009 alle 7.00 del mattino un centinaio di poliziotti è entrato nel Centro Sociale Conchetta, fondato più di 33 anni fa e della libreria Calusca nata nel 1971 e del prezioso e storico archivio Primo Moroni.
La risposta della città è stata tempestiva, in breve si sono radunati davanti ai blindati delle forze dell’ordine molti compagni, amici, abitanti del quartiere.
Si tratta di uno sgombero illegale che non tiene conto di una causa intentata dal comune al centro sociale nel mese di luglio 2008 per la riappropriazione dei locali, una vertenza ancora in corso. Il vicesindaco De Corato, da sempre in prima linea contro le realtà cittadine non omologate, scarica su questore e prefetto la responsabilità dell’operazione. Il Pubblico Ministero sostiene di essere stato avvisato a giochi fatti. Poco importa, tutti, invece, concordano che l’importanza dell’operazione è che il Comune non perda il valore dell’area. Si tratta di una questione “patrimoniale”, come se questo bastasse a spiegare e a giustificare tutto.
Il risultato, al momento, vede il centro sigillato e sotto sequestro con tutti i materiali dentro, compresi i libri e le riviste della libreria e dell’archivio. Il Centro Sociale Conchetta, la Calusca, l’Archivio Primo Moroni rappresentano un pezzo di storia importante, e testimoniano oggi la possibilità di eludere il principio di mercificazione. Con essi, in buona compagnia, diversi altri centri sociali, luoghi di libero accesso e libero scambio. La loro sopravvivenza deve essere la sopravvivenza della libertà di agire, di farci padroni del nostro futuro, di non essere pesati per quanto possiamo / sappiamo / vogliamo spendere.
Per quanto ci riguarda non consideriamo chiusa la partita, riconosciamo chi rifiuta l’omogeneità del pensiero unico del mercato: ci vogliono compatibili, compratori comperabili, ordinati e consenzienti, resteremo ciò che sappiamo essere, ciò che siamo: originali, comunicanti, disomogenei.

Chiediamo a tutti di farsi carico di un pezzo di questo percorso, che è percorso di tutti.

Stasera 23 gennaio ’09 alle ore 18.30, nella piazza di fronte alla stazione di P.ta Genova: volantinaggio per il quartiere.

Alle 21.30 concerto sotto l’arco di piazza XXIV maggio

Domani SABATO 24 GENNAIO’09 manifestazione.
Concentramento ore 15.00 in piazza XXIV maggio.

I compagni e le compagne di Milano presenti all’assemblea cittadina del 22/01/09 presso la sede USI di viale Bligny

 

HardcoResistance

 
Sabato 15 novembre 2008

 

Hardco>Resistance!

 

 

…una serata di Rovina Hardcore alla vecchia maniera a sostegno de*
antifascist* arrestat* l’11 marzo 2006 a Milano in occasione della
manifestazione contro la sfilata nazifascista della Fiamma
Tricolore!

sul palco dalle 22.30


LETORMENTA
_ earthgrind da Forlì


NEID
_ Viterbo play fast!


RFT
_ Milano accaccì, al 100mo concerto della loro disonorata carriera…

a seguire danze sfrenate e delirio con DJ disco & trash…


distro benvenute*il cane magari lascialo a casa invece

 

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Ecoresistenze – Steampunk & Co.

 
Sabato 8 novembre 2008



ECORESISTENZE: STEAMPUNK & CO.

Sopravvivere all’Apocalisse


 


Ore 16.30
– Aleikos e l’educazione ecologica

Ore 17.30 – Granara e l’ecotopia

Ore 18.30 – Sun System e l’ecohacking

Ore 19.30 – Aperitivo

Ore 20.30 – Alex Foti, Climate action

Ore 21.30 – Presentazione del libro
Guida Steampunk all’Apocalisse
di Margaret Killjoy
parteciperà la curatrice: reginazabo

Ore 23.00 – dj set
BlackFridayCrew
djs Drago & Herrera

 

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Porpora Marcasciano favolosa narrante

 
DOMENICA 26 OTTOBRE 2008 
 
   
read*pink /
 drink*pink
 
 

h. 17:30

Presentazione del libro
“Favolose narranti.
Storie di transessuali”


di Porpora Marcasciano (in conversazione con Nicoletta Poidimani)

www.manifestolibri.it/vedi_autore.php?
id=473

www.nicolettapoidimani.it

h. 19:00

aperitivo vegetariano
“piadina vs vegburger”

http://www.myspace.com/pinkitchen

Al termine
“XXX*pink*lottery”
la prima riffa a luci rosa!

 

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agosto in cox

GIOVEDI 14 AGOSTO 2008
COX 18 – CALUSCA CITYLIGHTS – ARCHIVIO PRIMO MORONI
Per ribadire che le loro moleste attenzioni non ci stupiscono né ci spaventano!
presentano

KLEOPATRA J plays funk

Dalle ore 21 alle 00 in cortile
Dalle 00 alle 03.00 all’interno

La serata è anche un omaggio al re del SOUL scomparso recentemente il grande:
ISAAC HAYES

Ingresso libero

Info

02 58105688 / 02 89415976
cox18@inventati.org 
http://cox18.noblogs.org

blu-cox18

Sabato 24 maggio 2008
 
 
CSOA COX 18 , CALUSCA City Lights, Archivio Primo Moroni
 
 
 


 

Dalle 11.00 – BLU rifà la facciata di Cox 18

 


 

 

Dalle 13.00 – Il mercato di prodotti biologici ritorna nel cortile di Cox 18


Dalle 18.30 alle 20.30 Aperitivo


Alle 21.30 – Presentazione del libro:

CON IL SANGUE AGLI OCCHI: lettere e scritti dal carcere

di George L. Jackson

edizioni Agenzia X

Questo libro raccoglie le lettere e gli interventi politici che George L. Jackson scrisse in carcere, dopo la morte del giovanissimo fratello Jonathan, freddato mentre tentava di liberare tre militanti neri 

imprigionati. Il manoscritto di questo libro fu fatto uscire clandestinamente dal Penitenziario di San Quentin pochi giorni prima che l’Autore venisse a sua volta ucciso dai secondini, il 21 agosto 1971.


Dalle 23.00 – Dj Twice e Zippo play funk # hip hop old style


Durante la serata verrà proiettato il documentario sulla sanguinosa repressione nel carcere di "ATTICA" (Regia di Cinda Firestone)

 

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Treni Sorvegliati

Titolo originale


Vingt ans après

Nautilus – Paris, 2003

Edizione italiana curata e aggiornata dal Collettivo La Commune

email: lacommune@inventati.org

web: http://www.immaginalacomune.net 

 

Treni sorvegliati (copertina)
 

 

Vige, a proposito dei conflitti degli anni Sessanta e Settanta, un dispositivo che implacabilmente vieta la parola a chi a quei conflitti ha partecipato non pentendosene, ossia senza barattare con ruoli istituzionali – nei giornali, nei partiti, nei sindacati, ad esempio – la propria abiura.

Abiura totale e radicale al punto da assumere la forma parodistica della conversione. Chi, invece, si è rifiutato di sottoporsi a questo procedimento inquisitorio, chi, cioè, si è sottratto all’ossessiva e sempre ribadita presa di distanza, non solo dagli eventi, ma dall’idea stessa della possibilità della radicale trasformazione dell’esistente è stato da destra e da sinistra indifferentemente trattato come il nemico, sul quale lo stato può impunemente esercitare la sua violenza e la sua vendetta.

Vendetta infinita, se è vero che i “rifugiati” italiani continuano a costituire un’emergenza sanabile solo seppellendoli, dopo trent’anni, in carcere, come ripetutamente pretendono vittime, giornalisti, politici e magistrati. La traccia, se pur labile, di una nuova lotta diventa l’occasione per evocare e rinnovare la “paura degli anni Settanta” e degli “anni di piombo” o, comunque, essa appare come un’intollerabile violazione delle regole della democrazia, divenuta ormai la forma politica più adeguata a rappresentare gli orrori dei nostri tempi.

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BEAT HIPPY AUTONOMI PUNK ALL’ASSALTO DEL CIELO

BEAT HIPPY AUTONOMI PUNK ALL’ASSALTO DEL CIELO

2 – 20 novembre 2005

c.s.o.a. cox18 – via conchetta 18 – Milano

02.89400302 – cox18news@yahoo.it – www.cox18.org

Beat hippy autonomi punk… Una mostra sulle controculture e i movimenti che, a partire dagli anni Cinquanta, hanno popolato la nostra vita, hanno segnato il tempo e sognato di lasciarselo alle spalle (“Il tempo è un’invenzione degli uomini che non sanno amare”), hanno stravolto il modo di vivere (politica compresa) e tentato di separarsi dalle separazioni per allargare l’area della coscienza e dare l’assalto al cielo.

Una mostra sulla contestazione, sulle lotte e le utopie che hanno caratterizzato un modo nuovo di stare al mondo e di occuparsi del mondo, fondendo la ribellione delle coscienze con la rivolta contro l’esistente.

Immagini, parole e suoni per mettere in risalto la specificità di quei movimenti e l’universalità delle idee che li hanno animati. Per ricordare il senso di estraneità e di contrapposizione allo stato di cose presenti, il confronto/scontro tra “personale” e “politico”, l’intrecciarsi tra momenti ludici e momenti luddisti, nella ricerca, tanto ardita quanto irrinunciabile, di una nuova sintesi tra singolare e comune, teoria ed esperienza, memoria e progetto.

Allen Ginsberg, Timothy Leary, Diggers, Fugs, Provos, Kabouter, situazionisti, Living Theatre, William Burroughs, psichedelia, Weathermen, Janis Joplin, “Mondo Beat”, capelloni, comontisti, “OZ”, “San Francisco Oracle”, “Frendz”, SDS, Baader-Meinhof, Christiania, Pantere Nere, Pantere Bianche, indiani metropolitani, “A/traverso”, “CONTROinformazione”, “Differenze”, “Fuori!”, G.d.C., L’Orda d’Oro, “Puzz”, “Re Nudo”, “Rosso”, “Metropoli”, “I Volsci”, “Insurrezione”, “Senza galere”, Soccorso Rosso, Cooperativa Punti rossi, Sex Pistols, Patti Smith, Ranxerox, “Sniffin’ Glue”, Dead Kennedys, Helter Skelter, Vidicon, Virus, Crass, “Nero”, Lydia Lunch, Officine Schwarz, “Vague”, punk e creature affini… La mostra, senz’alcuna pretesa di esaustività e partendo innanzitutto dal vissuto dei suoi curatori Giancarlo Mattia e Marco Philopat, vuole tracciare per grandi linee lo scorrere di anni affollati in cui la complessità delle proposte si coniugava con pratiche di socializzazione-solidarietà-condivisione-trasversalità.

In quegli anni, dopo la fiammata rivoluzionaria che aveva posto fine al Grande Massacro della Prima Guerra mondiale e riscaldato i quattro angoli del Pianeta (da Mosca a Berlino, dalla Patagonia a Seattle) fino ai primi anni Venti, (ri)affiorava l’aspirazione a una comunità reale che fosse luogo ospitale per scelte di vita altra, contro la logica valoristico-mercantile e la società dello spettacolo.

Perché proporre una mostra come questa proprio oggi che alla noia della “sopravvivenza” (marchio sacrificale di fabbrica della “società dei consumi” degli anni Sessanta) è subentrata la fatica di arrivare alla fine del mese, oggi che l’epoca delle passioni tristi celebra il suo spento trionfo sull’estate dell’amore, oggi che la Democrazia e l’Economia hanno realizzato su scala planetaria la loro ultraterroristica e totalitaria pretesa d’imporsi come rimedi ai disastri e alle mostruosità da loro stesse prodotti?

Per una ragione nient’affatto culturalistica e documentaria, bensì perché Beat hippy autonomi punk… avevano ragione, mentre Stato capitale preti poliziotti avevano torto. Ieri, come oggi: dalle bici bianche di Amsterdam alle tute nere di Genova.

bhap_2005

PROGRAMMA

ASSALTO

Mercoledì 2 novembre

H 18.30 inaugurazione Beat Hippy Autonomi Punk all’assalto del cielo

H 20.00 aperitivo con dj Bad Trip

1-ASSALTO-1

Giovedì 3 novembre

H 21.30 presentazione del libro “Paradoxia. Diario di un predatore” ed. Leconte 2005 e della rivista Storie

H 23.00 concerto Lydia Luch & Band

Una delle performer più significative degli anni ’90, nessun altro artista del XX secolo ha lottato così tenacemente per forgiare e scolpire la sua personalissima visione e produzione artistica. Lydia Luch ha realmente conquistato nuovi territori con un percorso altamente innovativo, attraverso la musica, i libri performance spoken word, film, la fotografia e pure la poesia

Venerdì 4 novembre

H 21.30 John Sinclair & Steve Gebhardt

H 22.30 Proiezione del film

“Twenty to Life: the Life & Time of John Sinclair” di Steve Gebhardt (Usa 2003, b/n e col. 86’) v.o. sott. it.

John Sinclair, poeta-performer, attivista politico, giornalista, produttore musicale e quanto mai altro sia stato protagonista della lunga stagione di contestazione, sul finire degli anni sessanta, negli Stati Uniti. Questo documentario, ricco di filmati d’archivio e interviste recenti, racconta la vita di una presenza poliedrica e dirompente, che molto ha influito sulla controcultura americana.

Sabato 5 novembre

H 21.30 Lampi di critica radicale a partire da Giorgio Cesarano

L’incontro, fra l’altro, prevede:

– presentazione del nuovo numero della rivista “Antasofia” dedicato a Giorgio Cesarano

– narrazioni e considerazioni sull‚esperienza di Ludd (1969-1971)

– presentazione di Apocalisse e sopravvivenza. Considerazioni sul libro “Critica dell‚utopia capitale” di Giorgio Cesarano e sull‚esperienza della corrente comunista radicale in Italia, di Francesco Santini (Kuki)

-interventi su alcune ricezioni attuali del pensiero di Cesarano (in particolare sulla rivista “Tiqqun”).

Autopresentazione di “Antasofia”:

Antasofia è un progetto che valuta i saperi nel loro gioco costruttivo e sovversivo insieme, nel tentativo di opporli, confonderli, macchinarli, eccedendo palesemente la mediocrità di una statica gerarchia, attraverso momenti di caos nell‚ordine del discorso.

Ontologia del presente come pratica politica.

L‚autogestione è il ritmo di questa ricerca, collettiva e individuale; il lavoro sulle relazioni

che siamo capaci di esprimere localmente non è altro che il lavoro sui nostri stili di vita, sulle condotte, su ciò che ognuno di noi costruisce nella complessità della propria storia individuale.

Nell‚attraversare i piani di questo territorio politicamente ultrasensibile, diviene urgente cercare chiavi di lettura possibili che consentano di agire il presente, con una cassetta degli attrezzi di cui si sia sempre pronti a ridefinire gli strumenti.

H 23.30 Kleopatra J palys funk

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Mercoledì 9 novembre

H 21.30 presentazione del nuovo libro della collana City Lights, ed. Giunti Firenze

Giovedì 10 novembre

H 21.30 Lumi di Punk – Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena milanese raccontata da Marco Philopat, Elena Ferrarese, Cristina Pecchillo, Tiberio, Paolo e molti altri

H 23.00 proiezione del film “DOA (A Right of Passage)” di Lech Kowalski (Usa 1981, 90’) v.o. sott. it

Un film insolente e accattivante sulla musica punk sul e fuori dal palco. Girato nel 1978, come, quando, mentre è successo, DOA è senza dubbio documento leggendario e definitivo della generazione punk, vista attraverso la caduta dei Sex Pistols durante il loro sfortunato tour negli Stati Uniti che segnò la rottura della band e la morte di Sid Vicius. DOA racconta con dirompente energia e personale sensibilità il punk in tutta la sua interezza: le prestazioni esplosive dei primi esperimenti del movimento, compresi quelli dei Sex Pistols. Ma non mancano altri gruppi come gli X-Ray Specs con il loro leggendario “Oh Bondage Up Yours”, The Rich Kids, Generation X, Sham 69, The Dead Boys… DOA, come la musica stessa che racconta per immagini, è un film caotico, claustrofobico, cattivo, che punta dritto negli occhi: è riuscito veramente a catturare qualcosa del forte conflitto di quegli anni tra il sistema classico e la gioventù arrabbiata.

Venerdì 11 novembre

H 21.30 Lumi di Punk – Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena toscana e ligure

raccontata da Bad Trip, Robertino Peter Punk

H 23.00 Saluti dalla costa ovest

dj Bad Trip, Emiliano The Kingdom, Alessandro Bocci – vj set Signorina Rottermeier

Panoramica/assaggio sull’attuale scena underground locale: elettronica, robotica e industriale contemporanea

Sabato 12 novembre

H 16.30 Il desiderio dissidente

Lea Melandri racconta e discute dell’esperienza della rivista “L’erba voglio”, della figura di Elvio Fachinelli, della pratica dell’inconscio, del movimento delle donne e d’altro ancora

Lea Melandri ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Attualmente tiene corsi presso l’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987. è stata redattrice, insieme con lo psicanalista Elvio Fachinelli, della rivista “L’erba voglio” (1971-1978), di cui ha curato l’antologia: L’erba voglio. Il desiderio dissidente (Baldini & Castoldi 1998). Ha preso parte attiva al movimento delle donne negli anni Settanta e di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino a oggi, sono testimonianza le pubblicazioni: L’infamia originaria (L’erba voglio 1977 e Manifestolibri 1997); Come nasce il sogno d’amore (Rizzoli 1988 e Bollati Boringhieri 2002); Lo strabismo della memoria (La Tartaruga 1991); La mappa del cuore (Rubbettino 1992); Migliaia di foglietti (Moby Dick 1996); Una visceralità indicibile. La pratica dell’inconscio nel movimento delle donne degli anni Settanta (Fondazione Badaracco, Franco Angeli 2000); Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia (Bollati Boringhieri 2001). Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali: “Ragazza In”, “Noi donne”, “Extra Manifesto”, “L’Unità”. Collaboratrice della rivista “Carnet” e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista “Lapis. Percorsi della riflessione femminile”, di cui ha curato, insieme ad altre, l’antologia Lapis. Sezione aurea di una rivista (Manifestolibri 1998).

H 21.30 Lumi di Punk – Geografie controculturali italiane dagli anni Ottanta a oggi: la scena bolognese raccontata da Elena Velena e Laura dei Raf Punk

H 23.30 concerto dei Rappresaglia

Una delle band rappresentative di quella incendiaria stagione punk che ha reso famosi i gruppi italiani in tutto il mondo. Presto, però, hanno cominciato a rivolgersi alle loro radici, recuperando i suoni e lo spirito del punk 77 senza ispirarsi ad un gruppo particolare ma cercando sempre di creare uno stile personale.

Domenica 13 novembre

H 16.30 Sul vivere in comune: Urupia

è in programma un incontro con Antje e Rolf, due compagni tedeschi partecipi del progetto Urupia, la Comune del Salento che molti conoscono, e che a molti di più converrebbe conoscere.

Questi compagni potranno illustrarci il percorso nel movimento sovversivo tedesco degli anni Ottanta che li ha condotti a questa scelta, nonché la storia e le prospettive future dell’esperienza urupiana, che lo scorso maggio ha compiuto i suoi primi dieci anni.

Prima di concludere il pomeriggio con una degustazione gratuita dei prodotti di Urupia, Paolo Ranieri proporrà una riflessione e un dibattito sul senso delle comuni, cercando di scoprire come mai, a fronte di un sempre rinnovato interesse per questo tipo di scelte, nei fatti, tale pratica continui a mantenersi ultraminoritaria, incappando non di rado in dolorosi scacchi. E se sia possibile ricavare delle indicazioni di ordine generale dalla serena resistenza di questi compagni che vivono nell’apparentemente remoto Salento, eppure appaiono assai meno isolati di quanto accade di percepirsi a chi vive circondato dalle metropoli dell’apparenza.

3-ASSALTO-3

Mercoledì 16 novembre

H 21.30 Matteo Guarnaccia: Beat, Provos e Capelloni

H 22.30 proiezione del film “My Generation” di Thomas Haneke e Barbara Kopple (Usa 2001, col. 103’) v.o. sott. it

Woodstock: il nome evoca gloriosi scenari. Anziché scavare nella memoria di un evento focale per la controcultura del ‘68, Barbara Kopple segue l’evolversi del mito attraverso le sue recenti ripetizioni. Woodstock ‘69, Woodstock ‘94 e Woodstock ‘99: ce ne sarebbe per parlare di de-generazione, ma la documentarista lascia da parte il suo spirito acido per viaggiare in mezzo alla folla. Il risultato è un film estremamente sfaccettato, illuminante tanto sulla commercializzazione della libertà (con il passare delle edizioni, per garantire sicurezza e migliori servizi, il raduno appare sempre più confinato in una sorta di bunker) quanto sulle risposte dei giovani a questo desiderio di aggregazione.

Tre generazioni a confronto. Molte cose cambiano, ma la musica resta: trenta anni di storia e di rock, il migiore di tutti i tempi, da Joni Mitchell ai Nine Inch Nails, da Santana ai Rage Against the Machine, da Jimi Hendrix ai Limp Bizkit, e molti altri ancora. Per guardare chi siamo oggi e capire chi eravamo.

Giovedì 17 novembre

H 21.30 proiezione dei film diretti da Antony Balch e scritti da William S. Burroughs

The Cut-Ups (Uk 1966, b/n 18’) v.o. sott. it
Towers Open Fire (Uk 1963, b/n 9’) v.o. sott. it
Certo esigui sono i film tratti da (o ispirati ai) testi letterari di Burroughs, e questo perché la sua opera è ben poco cinematografica nel senso classico del termine, a causa della scarsa importanza che lo scrittore attribuisce al plot narrativo. La sua è un’estetica non lineare, frammentaria, la sua è una scrittura affabulatoria e gergale, fatta di continue associazioni visive. Logico, quindi, che l’equivalente filmico della sua letteratura non può che avere uno stile “sperimentale” e fare uso del cut-up, un procedimento caotico e casuale, derivante dal collage dadaista, che consiste nel tagliare e incollare pezzi di testo alla ricerca di nuovi significati. Burroughs lavorò su questo procedimento a partire dal 1959 insieme a Brion Gysin, singolare figura di pittore sperimentale e romanziere, che ne è il vero scopritore; Gyson e Burroughs applicarono il cut-up a varie forme artistiche e a un po’ tutti i supporti. Nel campo cinematografico il risultato sono una serie di cortometraggi raggruppati sotto il titolo di Thee Films, realizzati con l’inglese Antony Balch I primi due cortometraggi, Towers Open Fire (1963) e The Cut-Ups (1966) hanno una struttura piuttosto simile, infatti ritroviamo le stesse immagini con un montaggio sempre diverso ma rapido, seriale e frastornante, accompagnate da un collage sonoro altrettanto ossessivo. The Cut-Ups presenta una colonna sonora particolarmente aggressiva dominata dall’interazione e la sovrapposizione martellante di 2 parole “yes” e “hallo?”.

H 23.00 concerto di Steve Piccolo e Gak Sato: AUTOSPOND/AUTOSPIA – Nudo sorvegliato pasto sorvegliante cortocircuito-cutup con clandestino omaggio a Hunter Thompson

Venerdì 18 novembre

H 21.30 spettacolo teatrale Milano 70allora

di Walter Leonardi, Paolo Trotti, Flavio Pirini

con Walter Leonardi

regia di Paolo Trotti

Milano70allora è un concept show sugli anni 70 filtrati dallo sguardo di un bambino che sta crescendo e ha tra i 4 e 14 anni. In lui si mischiano frammenti di realtà a pezzi di mitologia urbana, più che urbana di cortile, che in quegli anni, per i bambini, erano la stessa cosa. E la vita arriva al cortile attraverso il passaparola e le reazioni degli adulti a quel mondo di paura che si annida nei box e subito fuori dal cancello di casa.

Milano 70allora è la storia del Garelli a tre marce che insieme al telecomando rappresenta la vera rivoluzione, la velocità, il precipitare degli eventi, il cambio produttivo che porta con sé il microchip e la fine delle fabbriche, la fine della classe operaia, gli scontri, i morti, la perdita dell’innocenza.

Milano 70allora è anche la storia di tre ragazzi uccisi da quegli anni là, di tre corpi rimasti senza vita, vittime della necessità di cambiare le carte in tavola al potere immobile e immobilista.

In quegli anni è stato gettato il seme che ha germogliato negli anni 80, 90 ed è arrivato fino a noi. Televisioni private, radio libere, neo liberismo, precarietà nel lavoro e nella vita. La grande rivoluzione nichilista del punk, il futuro promesso solo al giorno dopo e la vita vissuta in affitto fino ad affittare il nostro tempo, la nostra libertà, il nostro corpo.

H 23.00 concerto dei SigmaTibet featuring JBP

Sabato 19 novembre

H 17.00 Dentro fuori ai bordi dell’autonomia

Presentazione del libro “Gli operaisti” ed. Derive Approdi 2005, con Gino Tedesco, Francesca Pozzi, Ferruccio Gambino, Jairo Daghini

Le assemblee autonome in fabbrica: Alfa Romeo e Porto Marghera

Le assemblee autonome in fabbrica: un operaio dell’Alfa Uno di Porto Marghera

H 21.30 L’immagin/azione. Video-intervento sul Festival del Proletariato giovanile al Parco Lambro

Nel ruolo di attori, autori e spettatori, interverranno Alberto Grifi, Flavio Vida, Joe Fallisi e tutte le persone che vorranno partecipare alla proiezione.

Alberto Grifi partecipò alle riprese del Festival: più di 30 ore di materiale videoregistrato…

Come riproporre dopo tanti anni le immagini girate dai “video-teppisti” che insieme ad Alberto Grifi avevano ripreso e documentato le giornate del Festival?

Ci piacerebbe che soprattutto quelli che passarono al Parco Lambro in quei giorni, ci venissero a trovare durante la serata: il montaggio del film sarà realizzato dai partecipanti, che potranno selezionare e creare nuove sequenze, interrompere il flusso dei documenti dell’epoca per lasciare il proprio racconto, la propria memoria, la propria capacità di confrontare quello che sembra un lontano passato remoto confinato nel sogno rivoluzionario, con l’attuale fascismo in cravatta e doppio petto. Ci sarà uno schermo interattivo, attraverso il quale le persone, con lo spostamento del proprio corpo, potranno seguire un vero e proprio processo di frammentazione, montaggio, disseminazione e ricomposizione dell’immagine.

H 23.00 Performance “Flower Power” di Animanera Teatro

H 23.30 concerto dei Metropolis

Domenica 20 novembre

H 17.00 La stagione dei processi

Intervengono Pippo Pelazza e Ugo Giannangeli

H 21.30 La rivoluzione non è una cosa seria

Film documentario di Marilena Moretti

Prodotto nel 2005 da Marilena Moretti e da Donatella Botti per BIANCAFILM, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Zenit Arti Audiovisive

è la primavera del 1971. Un gruppetto di estremisti di buona famiglia e di buone letture, insieme con qualche giovane proletario incazzato, lascia Torino per stabilirsi a Ponte a Egola in Toscana, in un casale abbandonato. Di fatto, quella di Ponte a Egola diventa una comune, tra il modello hippy di quegli anni e quello di un “nucleo rivoluzionario”. L’intenzione è di rompere con i vecchi schemi delle organizzazioni politiche, per praticare nel vissuto quotidiano la RIVOLUZIONE.

Al casale si arriva costeggiando il cimitero e l’Egola, un torrente infestato dalle zanzare e dalla puzza degli scarichi delle concerie. Un luogo inospitale, isolato, che in qualche modo rispecchia la diversità di quest’esperienza.

Al nucleo originario di Torino, si aggiungono ben presto altri ragazzi di Milano, Genova, Firenze, una ventina in tutto, attratti dallo stesso bisogno di radicalità. Li accomuna il desiderio di vivere contro le regole, al di fuori del carcere della famiglia e del lavoro, di vivere “senza riserve e senza tempi morti”. Si rifanno ai situazionisti, Debord e Vaneigem, come pure al Jerry Rubin di Do it!. Leggono Marx ed Engels, Anton Pannekoek e Paul Lafargue. Amano i poeti francesi ed esaltano le imprese della Banda Bonnot. Uno dei loro slogan è Contro il capitale, lotta criminale. Sul muro del casale, con la vernice rossa, c’è scritto: La rivoluzione non è una cosa seria.

Vivono dell’aiuto economico dei genitori, di minime attività artigianali, di qualche furto. Si procurano gli stupefacenti in farmacia, fanno dei trip, sono protagonisti di azioni provocatorie. è il loro modo di praticare l’illegalità e il rifiuto del lavoro. Si definiscono comontisti (da comontismo, tentativo di traduzione del termine marxiano Gemeinwesen, ovvero comunità: “l’espressione dell’essenza umana, negatrice del capitale come dominio delle merci sugli uomini”). Dell’esperienza rimane traccia nei volantini, negli scritti, nella rivista “Comontismo. Per l’ultima Internazionale”.

La comune di Ponte a Egola si scioglie dopo appena un anno, nella primavera del ’72. La sua fine è accelerata dal crollo di una parte del casale, da dissidi ideologici e dal sopravvento della realtà. Il gruppo si divide tra Firenze, Torino e Milano. Chi finisce in carcere, chi si ritira nel privato, chi ha problemi con l’eroina. Nessuno di loro è mai più tornato a Ponte a Egola. I rapporti si sono interrotti. Qualcuno è morto. Di altri si sono perse le tracce.

L’autrice del film, realizzato nello stile del video-diario, era tra loro. In questi trent’anni ha pensato spesso di salire in macchina e andare a vedere che ne fosse stato di quel casale. E che ne fosse stato di loro. E finalmente ha deciso di farlo.